Dimora storica, sec.XV
Le dolci colline moreniche che si incuneano tra la Pianura Padana e il Lago di Garda. Verona, la patria di Romeo e Giulietta. E ancora Mantova, la rinascimentale capitale dei Gonzaga. Senza contare la meravigliosa campagna circostante, disseminata di borghi medievali, castelli e antiche chiese che ospitano un grande ed importante patrimonio artistico.
E’ questa la cornice che circonda il Convento dell’Annunciata di Medole, una dimora storica del 1455 che originariamente fu donata agli Eremitani di Sant’Agostino.
Un eremo, dunque, formato da una chiesa con due chiostri e un orto immerso in una immensa foresta, oggi scomparsa per lasciare spazio ai campi coltivati.
Col tempo l’importanza del Convento crebbe al punto che nel 1543 l’Imperatore Carlo V vi sostò facendo dono ai frati di un sontuoso breviario rilegato in argento.
Un altro importante ospite di Convento dell’Annunciata fu San Luigi Gonzaga, molto devoto all’immagine miracolosa custodita dai monaci.
Numerosi gli elementi di particolare valore artistico: dai chiostri affrescati con motivi tardo gotici agli arredi antichi, dalle due finestre trilobate alle sale capitolari con soffitti a cassettoni, fino al gruppo scultoreo del Mantegna, che per lungo tempo fu conservato nella Chiesa e oggi si trova nella Parrocchiale di Medole.
Una dimora di pregio, dunque. Che tuttavia riesce a coniugare semplicità e raffinatezza: nessun falso lusso, nessuna soluzione vistosa e strillata.
Il Convento dell’Annunciata non è la location adatta a chi voglia ostentare o sbalordire i propri ospiti con effetti speciali. Al contrario, è il posto giusto per chi ama i dettagli e sa apprezzare le sfumature, consapevole del fatto che il lusso, quello vero, è qualcosa di impercettibile e sottile: il frinire dei grilli d’estate, un vecchio muro che con le sue imperfezioni serba le tracce di un ricco passato, il profumo del timo nel giardino segreto, il fulmineo guizzo di una lepre che corre tra le more selvatiche del grande parco.
E’ un privilegio raro saper apprezzare e godere di tali piccole grandi emozioni. In una dimora colma di storia che, tuttavia, ci fa sentire a casa.
